Dopo lo straordinario successo ottenuto con il numero 3608, Topolino torna a raccontarci una storia con l’utilizzo dei dialetti italiani.
La cover e il ritorno dei dialetti
Il progetto dialetti su Topolino nasce con il numero 3608; in quella occasione, si festeggiava la “Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali”.
In virtù dell’evento, Topolino 3608 era disponibile con una storia in napoletano, fiorentino, milanese e catanese, ovviamente distribuito in base alla regione d’uscita.
Da lì, è partita la ricerca – anche al di fuori di quelle regioni – per quel numero in tutte le versioni disponibili, portando a diverse rivenditori a rivenderli a prezzi esorbitanti su eBay e compagnia.
Per far fronte a questa enorme richiesta, Panini ha ristampato quel numero – ora sono disponibili – e ha capito di avere una gallina dalle uova d’oro tra le mani.
In occasione del numero 3619, è possibile trovare Topolino con una storia in barese, romanesco, veneziano e torinese ovviamente nelle regioni di competenza. Nel resto d’Italia, tutte le storie sono in italiano.
La copertina, che riprende lo stile utilizzato per la prima fase dell’iniziativa, è di Andrea Freccero con i colori di Andrea Cagol.

Così come quella del 3608, non mi fa impazzire; okay il soggetto in primo piano – in questo caso Topolino – ma credo che si poteva fare davvero di più.
Le storie del 3619
I riflettori sono tutti puntati su “Topolino e il ponte sull’oceano” di Alessandro Sisti e Marco Gervasio. È questa la storia che troverete nel dialetto della vostra regione. Sicuramente divertente leggerla in modo diverso dal solito ma, per chi ha l’albo completamente in italiano, è una storia comunissima, senza particolari guizzi (forse soltanto i disegni stupendi di Gervasio).
Decisamente più interessante “Paperino Paperotto e la spia che venne dal cielo” con i due episodi – entrambi pubblicati su questo numero – che vede il ritorno della terribile banda dei bambini di Quacktown.
Brunno Enna e Nicola Tosolini riescono a creare una storia avvincente e divertente, praticamente senza sbavature. Sarò di parte perché nel mio primo albo di Topolino nel 2006 c’era una storia proprio su Paperino Paperotto ma l’ho apprezzata particolarmente.
Brevissima storia di Tito Faraci e Valerio Held intitolata “Pippo a torto nell’orto” dove il nostro strambo amico metterà a dura prova delle piante che nel finale riserveranno un colpo di scena simpaticissimo.
Tornano le avventure di Pluto con Francesco Pelosi e Mattia Surroz a dirigere “Vita da Pluto – Saggezza canina” che mostra in maniera intelligente come i cani percepiscono il mondo frettoloso e con poco riposo di noi umani.
Chiude l’albo “Zio Paperone sull’isola del lupo mannaro” di Marco Nucci e Mario Ferracina. Una storia stranissima e disegnata molto bene, che si distacca dalle solite storie dello Ziastro e che mi ha stupito. Apprezzo il coraggio.
Su Topolino 3619 torna l’iniziativa dei dialetti, un evento che sicuramente ci ricorda l’importanza della cultura linguistica del nostro Paese ma che forse avrebbe meritato una storia più avvincente.
PRO
- Leggere le pagine in dialetto è divertente…
- Ottima la storia su Paperino Paperotto
CONTRO
- …ma la storia in se non è nulla di che