Recensione il Robot selvaggio copertina

Il Robot Selvaggio – Recensione del capolavoro di Chris Sanders

Prodotto da DreamWorks Animation con la regia di Chris Sanders, il film diverte, emoziona e fa riflettere tanto. Perché? Scopriamolo insieme.

Roz in Il robot selvaggio

Tempi moderni

Proprio qualche giorno fa, Elon Musk ha annunciato e mostrato i miglioramenti dei suoi robot umanoidi, chiamati Optimus, capaci di accompagnare noi umani in tutte le mansioni, affidandogli dei compiti che porteranno a termine a qualsiasi costo.

Per alcuni è utopia pura, per altri invece è il progresso che ci porterà a vivere una nuova vita, magari su un altro pianeta. Ed è proprio qui che Chris Sanders, insieme a DreamWorks Animation, intercetta un futuro sempre più vicino e ci porta dentro una storia che – il titolo parla chiaro – racconta l’avventura di un robot.

Più precisamente, la storia racconta dell’unità ROZZUM 7134, abbreviato in “Roz”, che si ritrova su un’isola disabitata dopo un naufragio. Disabitata per così dire, perché se è vero che non ci sono tracce di esseri umani da “aiutare”, l’isola è puramente selvaggia e abitata da tantissimi tipi di animali con i quali la protagonista dovrà interagire.

Il lavoro di Roz risulterà essere più difficile del previsto perché se all’inizio dovrà adattarsi e costruire una rete sociale di relazioni con gli abitanti dell’isola, dall’altra si ritroverà ad adottare un’ochetta appena nata che, rimasta orfana, la identificherà come mamma.

Il compito

Roz, come gli altri robot progettati per assistere gli esseri umani in tutto e per tutto, passa le giornate a svolgere compiti, ma quello che le è capitato è difficile e la metterà a dura prova.

Diventare genitori vuol dire educare, guidare, insegnare e anche saper lasciare andare al momento giusto, e sarà questo che dovrà fare la nostra protagonista: partire dal cibarsi fino ad arrivare a volare per migrare e, quindi, sopravvivere.

Roz e Becco lustro in Il robot selvaggio

Il ruolo che Roz deve caricarsi sulle spalle permette al regista di parlare ad un pubblico di grandi e piccini, riuscendo a trasmettere le sensazioni che si provano nel rapporto tra madre, padre e figli, ponendo la facoltà allo spettatore di “scegliere” da che parte recepire il messaggio, riuscendo a spiegare perfettamente il legame che si viene a creare.

Ad aiutarla in questo viaggio arriva in soccorso la volpe Fink, schiva, bugiarda e odiata da tutta l’isola ma che col tempo inizierà a comprendere e apprezzare quella calda sensazione di sentirsi a casa con le persone (o robot e animali, in questo caso) giuste.

Un posto

Chris Sanders (autore tra gli altri del kolossal Lilo & Stitch) arriva in forma smagliante su questo progetto e con la giusta dose di esperienza, riuscendo a mettere in piedi un film che rasenta l’apice della sua carriera.

La sua bravura sta non soltanto nel raccontare il meraviglioso rapporto tra Roz, Beccolustro e Fink, ma nel raccontare la storia dei tanti animali comprimari della storia, tutti dotati di caratteristiche ben definite. Il processo di identificazione e di integrazione di Roz nell’isola è rappresentato perfettamente e mostra come la natura reagirebbe, ipoteticamente, ad un contatto con un robot.

L’arrivo di un “mostro” scombussola e cambia le abitudini di tutti, abituati ad essere nella comfort zone ed è proprio lì che il film vuole arrivare: tutti noi abbiamo un posto. C’è chi lo trova subito e chi ci impiega tanto tempo, ma ciò che non deve spaventarci è l’arrivo di nuove sfide che magari ci svelano un lato della nostra personalità che ancora non conoscevamo.

Un lavoro di caratterizzazione e definizione del mondo monumentale, ispirato all’opera originale cartacea di Peter Brown, che si lega perfettamente allo stile di animazione scelto.

Un nuovo classico

Il robot selvaggio è realizzato in CGI ma si vede – e tanto – l’influenza dei lavori precedenti del regista. Le basi di animazione tradizionale si sentono e permettono al film di avere una personalità ed uno stile riconoscibile, sfruttando la versatilità e potenza dei computer senza mai rinunciare al tocco umano.

Roz e Fink in Il robot selvaggio

Se cercate quindi il punto di contatto tra la tradizione e la modernità a livello visivo, il film riesce ad accontentare tutti, così come Roz, la protagonista, così diversa e moderna dovrà vedersela con la natura, cercando un equilibrio che in alcuni momenti sembra impossibile da trovare ma che, con il lavoro di tutti, va trovato a qualsiasi costo.

Se cercate un film travolgente a livello visivo ed emotivo che probabilmente diventerà un classico dell’animazione mondiale, Il robot selvaggio vi catturerà, strapazzerà e vi lascerà andare come un genitore fa con il proprio figlio al momento giusto, sicuramente innescando in voi un forte senso di riflessione e, perché no, di cambiamento. Un film che fa e farà parlare di se per tanto tempo e che si merita il posto di miglior film del 2024.

Il robot selvaggio è disponibile al cinema dal 10 ottobre 2024 ed è stato annunciato un sequel.

Conclusioni
Conclusioni

Il robot selvaggio è il miglior film dell’anno. Basta questo per farvi correre al cinema, se ancora non l’avete fatto, ad apprezzare il lavoro gigantesco di Chris Sanders. Lasciatevi trasportare dalle emozioni e concedetevi totalmente al film. Vi devasterà.

PRO
  • Il design di Roz e degli altri animali
  • Chris Sanders al massimo della forma
  • Visivamente sbalorditivo
  • Tratta un tema complesso e attuale
  • Fa riflettere grandi e piccoli
CONTRO
  • Se non vi piacciono i film d’animazione potrebbe non fare per voi
9.5

I commenti sono chiusi.