Arrivati alla penultima puntata di questa seconda stagione, House of the Dragon dovrebbe mettere il turbo e preparare il terreno al finale della prossima settimana ma… sarà davvero così?
Un passo indietro, poi sempre avanti
Faccio una premessa importante: questo articolo contiene spoiler sui primi sei episodi della serie, ma non sul settimo.
Questo perché per parlare in maniera chiara di questo nuovo episodio, devo per forza di cose fare riferimento a ciò che è accaduto in quelli precedenti, di cui ho parlato in altri articoli sul sito. Per cui se avete già visto gli episodi precedenti e volete sapere com’è – senza spoiler – questo penultimo episodio, siete i benvenuti.
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Guerra… sul tavolo
Questa seconda stagione sembra stia facendo il percorso inverso a livello di ritmo rispetto ai normali standard delle serie TV. Se nei primi episodi avevamo un buon ritmo e dei finali di puntata ricchi di colpi di scena (vi ricordate il primo episodio con l’assassinio del neonato Jaehaerys?) che hanno raggiunto l’apice con la battaglia a Riposo del Corvo dove l’arrivo di Vaghar cavalcato da Aemond ha portato alla morte di Rhaenys e non solo.
Lo spietato Aemond non ha risparmiato neanche suo fratello il re Aegon che è stato letteralmente bruciato vivo (e ora è in cura ad Approdo del Re ormai sfigurato) dalla foga e dalla rabbia che ha in corpo il biondo orbo. Tutto questo ha portato all’elezione di Aemond a Principe Reggente, evento che ha portato con se grossi cambiamenti come l’esclusione dal consiglio di Alicent.
Mentre ad Approdo del Re il popolo insorge e Aemond semina il terrore, a Roccia del Drago la fiducia da parte del consiglio nei confronti di Rhaenyra viene sempre meno, vista come una donna non in grado di affrontare una guerra. La nuova idea della Regina è quella di permettere non soltanto ai Targaryen di cavalcare i draghi, in modo da avere un’armata sempre più forte.
Mentre Daemon continua la sua stagione praticamente inutile ad Harrenhal alla ricerca della pace interiore e continuamente vittima di incubi e visioni e dopo diversi tentativi inutili, arriva una notizia: Mare Infuocato ha un nuovo cavaliere e non è un Targaryen.
La recensione del 7 episodio
Arriviamo, quindi, a parlare di questo penultimo episodio di stagione. Ho cercato, nei paragrafi soprastanti, di fare un riassunto di quanto successo in tutte le 6 puntate precedenti, facendovi capire anche come il ritmo quest’anno è molto incostante.
Adam Hull è il cavaliere di Mare Infuocato (ma questo si era già visto per noi spettatori alla fine del sesto episodio) e ora tocca a Rhaenyra scoprirlo, con Adam che appena la vede le giura fedeltà, inchinandosi. Gran parte della prima metà dell’episodio è incentrato sulle reazioni che i vari personaggi hanno in merito al nuovo cavaliere. Da Larys ad Alicent, passando per una reazione non troppo benevola di Jace, tutto il mondo ora sa che Mare Infuocato è in volo.
Qualcosa si muove anche per Daemon, alle prese con Oscar Tully (il bambino nipote del vecchio Grover), che è pronto a giurargli fedeltà ma ad una condizione particolare che vi lascio scoprire (ah si, continuano anche le allucinazioni).
Mentre Alicent fugge da Approdo del Re verso il bosco e la solitudine totale, Rhaenyra convoca verso Roccia del Drago grazie ai suoi messaggeri un buon numero di “bastardi”, tra i quali Hugh e Ulf, per vedere chi di loro sarà in grado di poter diventare cavaliere di Vermithor.
Se avete letto i libri probabilmente saprete già cosa succede ma ciò che mi preme sottolineare è la assoluta mancanza di ritmo di questa puntata, dove per 40 minuti non succede letteralmente nulla. Sembra come se questa stagione più che di guerra sia diventata di transizione verso la terza. Vedremo come si chiuderà la stagione, voi che sensazioni avete avuto?
Il penultimo episodio di questa seconda stagione di House of the Dragon è un po’ una delusione, con un ritmo molto (forse troppo) basso e con qualche piccola fiamma soltanto nel finale. Vedremo come si concluderà la stagione.
PRO ♥
- I draghi sono sempre uno spettacolo
- Il cambiamento di Alicent
CONTRO 💔
- Al momento, la guerra è più politica che altro
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